Dopo la morte del boss Matteo Messina Denaro ci si domanda chi erediterà tutti i suoi beni e chi prenderà il suo posto.
il boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, è morto il 25 settembre 2023 dopo che le sue condizioni di salute, legate ad un tumore al colon, si erano aggravate nell’ultimo periodo. In tanti, adesso, si domandano a quanto ammonti e che fine farà il suo patrimonio. Quella eredità che gli aveva permesso di vivere da latitante per trent’anni e di cui qualcuno, inevitabilmente, ora potrà godere gestendo, magari, di nuovo anche i suoi affari.
L’eredità di Messina Denaro: a chi andrà e gestirà i suoi affari
In tal senso, il Corriere della Sera ha voluto sottolineare alcuni aspetti importanti relativi all’eredità del boss. La certezza è che dentro Cosa nostra gli eredi ci sono ma non si conoscono. Il patrimonio di Messina Denaro c’è e resta intatto. Anche perché non sarebbe stato possibile per lui restare nascosto e latitante per trent’anni e spendere migliaia di euro ogni mese. Dimostrazione, questa, di come il capomafia aveva una rendita o delle partecipazioni che fino ad ora sono rimaste integre.
Tutti questi soldi, adesso, andranno quasi certamente alla sua famiglia ma non è escluso che altri mafiosi abbiano intenzione di entrare nella gestione di quegli affari nascosti. Sarà compito delle forze dell’ordine portare avanti le indagini per scoprirne di più.
Parlando di famiglia, l’erede principale del boss è sua figlia Lorenza, nata nel 1996 dalla relazione con Francesca Alagna. La donna aveva tenuto il cognome della madre ma a settembre aveva scelto di modificarlo accettando di chiamarsi Denaro. Oltre a lei, sono in vita anche le sorelle del mafioso, nonché la madre.
Cosa nostra non finisce
La morte di Denaro ha segnato, certamente, la fine di un periodo di Cosa nostra ma non la sua fine completa. A ricordarlo è stato Pietro Grasso, già procuratore nazionale antimafia: “Con la morte di Matteo Messina Denaro finisce una vita piena di violenza, trame, misteri”, le parole riprese da SkyTg24. “Finisce anche un’era di Cosa nostra, ma non Cosa nostra. Cosa nostra non è finita con la morte di Riina, né con quella di Provenzano, e non finisce oggi. Cosa nostra cambia, evolve, si trasforma, ma resta il principale ostacolo per una Sicilia e per una Italia libera dal giogo della violenza, del ricatto, della povertà”, ha concluso nel suo monito.